Tanta strada
Per leggere sui muri
La vita degli altri
Per togliere il guinzaglio
Attorcigliato alle caviglie
Non ho bisogno di cerotti
Attorno al cuore
Ho fatto tanta strada
Per leggere sui muri
Il colore cola
Per leggere
Il riso e il pianto
Su tangenziali di parole
E poi cavalcavia
Sopra il dolore
Sembrava tanto
Lo spazio di parole senza voce
Sontuosamente avida di segni
Sembrava tanto
Ma il pennarello sporca.
3 commenti:
Proprio oggi scrivevo da un'altra parte di dolore. Di quello della vita degli altri.
Parlo "per conto terzi" infatti, ma non ne posso più! Rischio di attirarmi l'ira della sorte in questo modo, lo so bene ma... Davvero di tutto 'sto dolore, cara Lisa, ripeto: non ne posso proprio più!
E come se non bastasse Baal-il-dio-carnivoro o la Natura o il Kaos, l'Uomo non scherza affatto in mezzo a tutto ciò! Anzi!... L'ago della bilancia del suo operato pende deciso dalla parte sbagliata.
In tutto ciò chi vince? Il Male o il Bene?
Temo non ce lo si chieda nemmeno più arrivati alla mia età. Si giunge rassegnati.
Baci.
,,,alla nostra età!.... Il bene ed il male, il bianco ed il nero sono nel vocabolario dell'adolescenza o nelle tavole di ogni religione... forse non è male essere meno rigidi, essere più morbidi e tolleranti. Se riusciamo a vedere il dolore degli altri, significa che siamo ancora vivi.
Non credo si possa eliminare il dolore....è nella natura come il riso.
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